La «Casabella» di Vittorio Gregotti (1982-1996) è una delle esperienze più interessanti di riflessione sulla teoria dell’architettura occorse nel recente passato sostanzialmente per due ragioni. Innanzitutto per il merito dei contenuti: la fortuna critica delle riflessioni disciplinari sviluppate al suo interno è sintomatica della loro ricchezza e dell’alto profilo che il dibattito su «Casabella» ha raggiunto in quegli anni. In secondo luogo per il metodo: la rivista si è sempre presentata al pubblico con l’ambizione di essere un “luogo” costitutivo di uno sguardo critico sulla realtà. In questo breve testo vengono ripercorsi i caratteri specifici della rivista e del gruppo che vi prese parte, analizzando quello che è stato il nucleo teorico fondativo della «Casabella» di quegli anni e che costituisce, ancora oggi, il suo lascito maggiore.
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